Quando insegno ai ragazzi a programmare

Quando insegno ai ragazzi a programmare, sale un brivido al cuore nel momento in cui realizzo che sono in grado di costruire procedure che io – senza un loro commento – non arriverei più a comprendere… È un’emozione che riempie l’anima ed il pensiero… Quando quel brivido arriva, so che posso lasciare loro la mano perché da quel momento non avranno più bisogno di me…

La parte migliore di ogni alunno!

Gli alunni con #DSA non si aiutano acquistando carrellate di software e computer che troppo spesso restano lì, inutilizzati, in un angolo dell’aula o peggio ancora “ammucchiati” in magazzino. Si aiutano anzitutto con la conoscenza: formando i docenti, protagonisti del loro percorso educativo e dando a ciascuno di questi ragazzi la consapevolezza dei loro limiti e delle loro potenzialità, affinché la parola “educare” rifletta a pieno il proprio valore etimologico: educĕre, ovvero tirare fuori…

Non c’è bellezza senza accessibilità

Accessibilità web: gli smanettoni la considerano una perdita di tempo o peggio ancora “roba da disabili”; gli esperti di comunicazione (quelli veri) la comparano alla “ratio vitruviana”; i programmatori web comprendono bene quale importanza riveste per la SEO… I saggi, invece, sanno bene che non c’è bellezza senza accessibilità.

La tecnologia fa male

La tecnologia FA MALE solo a chi non vuole comprenderla o a chi la rifiuta.